
Il Monte Amiata è una montagna del Preappennino toscano, il cui territorio è compreso in parte nella provincia di Grosseto e in parte in quella di Siena.
Il toponimo Monte Amiata sta anche a individuare un vasto territorio, con al centro il gruppo montuoso dell’Amiata circondato da centri abitati di grande interesse storico e artistico, da sempre frequentati da turisti che rimangono gratificati dai paesaggi e dai reperti d’arte, in una zona dove per grandi cicli secolari hanno trovato allocazione e potere gli Etruschi, il medioevo del Papato e dei Carolingi, la Repubblica di Siena e in ultimo il Granducato di Toscana.
Tutte queste località (Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Santa Fiora, Arcidosso, Castel del piano, Seggiano, Vivo d’Orcia) che formano un anello attorno alla montagna, nei secoli abitate dall'uomo che ha realizzato un rapporto simbiotico con la montagna, custodiscono la loro storia e il loro passato. Paesi che cercano di difendersi dall’appiattimento degli usi e dei costumi di vita, conservando con ostinazione le consuetudini, i sapori e lo stesso antico rapporto con la natura.
L’Amiata è facilmente raggiungibile da Grosseto e da Siena, mediante un sistema stradale agevole e abbastanza veloce. Il versante est si raggiunge dai caselli autostradali di Chiusi-Chianciano e Orvieto, quello ovest si raggiunge distaccandosi dalla Grosseto-Siena in località Paganico.
Montenero d'Orcia, 338 metri s.l.m., sorge alla sommità di un colle che domina la valle dell’Orcia e una fertile campagna costellata di casali.
Il borgo, la chiesa, le cappelle, le acque, le ville e i terreni, sono citati in una pergamena del 1015. Dopo il 1300 su Montenero ebbero potere i Salimbeni, conti di Monte Giovi, e, nel XV secolo, la Repubblica di Siena, che accordo la sua protezione a patto che gli abitanti offrissero, per la Madonna dell’Assunta, un "palio del valore di almeno 10 fiorini".
L’antica chiesa, a circa due miglia dal castello, era dedicata a S.Mustiola, mentre una più recente, interna all’abitato, e dedicata a S. Lucia e conserva la Madonna di Montenero, trasferitavi dalla vecchia pieve e considerata miracolosa.
Dell’antico castello, che già nel XVII secolo il Gherardini definiva "quasi disfatto e vuoto di abitanti", rimangono una torre a base rettangolare e una porta con arco a tutto sesto.